sabato 10 dicembre 2011

Cameriereee, due bolle!

Ecco uno dei lati negativi della vita da sommelier. La gente. Non dev'essere facile stare a contatto quotidiano con la sciccheria, l'affettazione, lo yuppismo dell'umanità che affolla il mondo del vino... Lo rivela - tra le righe - la bonaria ramanzina con cui il sommelier A.S.P.I. ci intrattiene contro il gergo giovanilistico fatto di "bolle", "spumantini" e simili.
A.S.P.I. è l'acronimo di Associazione della Sommelierie Professionale d'Italia, curatrice della nostra prima degustazione nell'ambito dell'edizione 2011 di Bollicine su Trento. Siamo nelle sale di Palazzo Roccabruna, naturalmente, sotto l'egida della C.C.I.A.A. di Trento e della P.A.T.
Ultima precisazione: per quanto patinatissimo, il festival della bolla (a differenza del suo cugino economista) ha sempre tutta la mia gratitudine: 5 euro per degustare e confrontare, a tavolino, tutti (o quasi) i Trento DOC prodotti in Trentino non è niente male.

Ad ogni modo, io ed il Supermoccolo inauguriamo il grande evento con due degustazioni guidate.
La prima, "Super riserve... over 60 mesi", è quella curata dal già citato sommelier dell'A.S.P.I.
Questo simpatico omone baffuto, malgrado l'apparenza benevola, torchia uno ad uno tutti i presenti in un'interrogazione spietata sui vini in assaggio. Modello superiori. La Supermoccolo fa la secchia e, giusta punizione, viene etichettata dal maestro come "quella delle noccioline".
Peccato, poi, per il solito pippone su vita, morte e miracoli del Trento DOC. Basta!
Tutti e quattro i vini, comunque, meritano parecchio.
Trento DOC Brut Flavio 2004 Rotari (Mezzocorona) è chardonnay in purezza imbottigliato nel 2005: colore giallo paglierino; profumo, oltreché di lievito, di frutta estiva ma anche secca (lei dice mandorle); sapore bilanciato tra sapidità, acidità ed amarezza, ed un retrogusto davvero persistente.
Trento DOC Brut Academia Riserva 2004 Accademia del Vino Cadelaghet (Civezzano), con 95% di chardonnay e 5% di pinot nero: giallo paglierino poco più intenso del precedente e tempestato da una notevole effervescenza; profumo di frutta esotica matura, con alcune sfumature di mela cotta ed un non so che di artificiale; in bocca non il massimo, troppo dominanti le sensazioni salate ed amare.
Trento DOC Brut Altemasi Graal Riserva 2004 Cavit (Ravina) ha il 40% di uve chardonnay ed il 30% di pinot nero ed un colore giallo paglierino, il suo profumo è minerale/pipìdigattesco e floreale, leggermente fruttato, mentre il sapore, pur salato ed acido, è dominato dall'amarezza, comunque poco persistente.
Trento DOC Brut Madame Martis Riserva 2002 Maso Martis (Martignano) è perlopiù pinot nero (75%), per il 35% chardonnay ed al 5% pinot meunier, si presenta di colore dorato e con un inatteso odore di cuoio (o forse copertone), nonché frutta molto matura e in parte sotto spirito; in bocca è immediatamente avvolgente ma anche tannico, amaro e sapido. Veramente buono.

La seconda degustazione, "Perlage d'autore. Quando il Trentodoc non è dosato", ci insegna cosa cavolo sia il Dosaggio Zero (o Pas dosé, o Brut Nature): trattasi di spumanti secchissimi, in quanto rigorosamente privo di zucchero è il liqueur aggiunto nel corso della vinificazione, all'esito della sboccatura. Resterà insoluta la querelle tra integralisti (Bellaveder), ovvero "si deve rabboccare con lo stesso vino!", e coloro (Maso Martis) secondo cui il liqueur rimane liqueur, l'importante è che sia privo di zuccheri.
In ogni caso, ne risultano vini estremamente duri, non facili da bere e, insomma, nemmeno tanto piacevoli. Poco male perché, a sentire le presentazioni ufficiali, pare siano prodotti destinati alla sola élite dei consumatori, e noi certo non ne facciamo parte. Ci vale, quindi, come mero esercizio di curiosità.
Ma ecco i quattro protagonisti (che sono - per inciso - gli unici vini di questo genere in Trentino).
Trento DOC Dosaggio Zero 2006 Revì (Aldeno), uvaggio di chardonnay e pinot nero: colore giallo paglierino scarico, profumo fresco di fiori in un sottofondo di lievito crudo o gesso, sapore troppo acido e salato.
Trento DOC Dosaggio Zero 2008 Letrari (Rovereto), chardonnay all'85% e pinot nero al 15%: il colore è paglierino tendente al dorato, al naso floreale, solforoso e - causa l'assenza di fermentazione malolattica - di frutta matura, con sentori di miele e lievito; al palato, le notevoli sapidità ed acidità, stavolta, sono temperate dalla struttura e morbidezza del vino, a tutto vantaggio della piacevolezza.
Trento DOC Nature Pas Dosé 2008 Maso Martis, uvaggio di cabernet (70%) e pinot nero (30%), è in realtà una sperimentazione non ancora messa in commercio. Risulta, infatti, il miglior vino della giornata. Il colore è paglierino scarico, l'odore minerale-floreale, il gusto naturalmente sapido ed acido ma ben equilibrato dalla morbidezza.
Trento DOC Dosaggio Zero 2007 Bellaveder (Faedo), infine, si caratterizza - il produttore ci tiene a precisarlo - per essere rabboccato esclusivamente con "se stesso". Chardonnay al 100%, in parte fermentato in barrique, in parte in malolattica, è color giallo paglierino, di odore minerale e gessoso con note floreali. In bocca durissimo, porca miseria.
Insomma, magari questi vini li riassaggeremo con del formaggio grassissimo. O magari non li toccheremo più.

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