domenica 11 dicembre 2011

Adolescenza.

E così, la fanciullezza di Bollicine su Trento termina, prima ancora di riuscire a congratularsi - a mezzo post - con l'Enoteca provinciale del Trentino per quant'è bello, paffuto e sorridente il suo rampolletto. Il piccolo è già un odioso adolescente, e rompe pure il cazzo per la paghetta.
Io, Quo e Qua i 5 euro a testa glieli diamo anche, però cos'è rimasto? Solo lo schema: un bicchiere brut, uno riserva, uno perlé. Lo spirito dell'evento, invece, se n'è andato. Però era quello il bello: una manifestazione per le masse ma veramente culturale, che permetteva, per un prezzo simbolico, di conoscere (ed eventualmente apprezzare) prodotti tipicamente elitari.
Per spiegare la nuova logica, basti riportare che la scelta è limitata a tre riserve. Tre. E gli altri vini in lista, con tanto di foto e posto per le annotazioni personali? Eh, beh, bisogna acquistarli a parte. Insomma, un normale wine bar, peraltro, ben fornito.

Ordinari doveri di cronaca impongono, comunque, di riferire che:
1. sarà lo scarso apprezzamento per lo spumante, saranno i parametri ancorati agli alti livelli di questo prodotto, ma il Trento DOC Maximum Brut Ferrari (Trento-Ravina), chardonnay al 100%, sembra troppo duro e poco fine rispetto ai colleghi;
2. tutt'altra storia il Trento DOC Brut 1907 Riserva 2006 Cantina d'Isera, puro chardonnay color giallo paglierino-dorato che propone, al naso, un accostamento di note floreali con sentori di frutta matura, quasi (addirittura) dolciastri e, al palato, un piacevole equilibrio di sapidità ed acidità con struttura e morbidezza.


Ah, il cibo è sempre il solito ma sempre gustoso, dalla tartina al salmerino marinato alla luganega, dalla mortandela allo speck.

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