domenica 28 agosto 2011

Appunti gastro-fotografici, Napoli e Ischia.

In breve tutto quello che abbiamo visto e bevuto, tra Napoli ed Ischia, che non riempie un post ma merita comunque di essere citato, se non si possono assaggiare ed odorare certe pietanze sono difficili da descrivere solo con immagini e parole...la pizza!ah!

Pizzeria Sorbillo, Napoli.


Una pizzeria affollatissima di giovani in pausa pranzo, ci siamo capitati per caso ma mangiare seduti in un angolino stretti stretti è un sacrificio che farei ogni giorno pur di assaporare una sugosa marinara. La migliore pizza che abbiamo assaggiato a Napoli!


  

Pizzeria da Michele, Napoli.
Quella che sembrava una certezza si è rivelata una delusione dell'ultimo minuto. Prima di salire sull'aereo per il ritorno ci siamo concessi una pizza in questa famossissima pizzeria dove il menù consiste in marinara, margherita e stop, meno buona e saporita di quella di Sorbillo (e pure più costosa).
  
Pasticceria Scaturchio, Napoli.
Torte di babà con sinuose forme vesuviane e torrette di marzapane risiedono nelle vetrinette di questa pasticceria che offre ovviamente anche una selezione di paste goduriose.





Caffè Gambrinus,Napoli.
Caffè e paste di tutte le taglie e i gusti, con servizio al tavolo 2 euro per un caffè...acci!.

Enoteca di Vino, Ischia Ponte.
Abbiamo degustato un bianco e un rosso ischitani:
- Ischia Biancolella d.o.c. della cantina Cenatiempo 2009 , fresco e profumato di fiori e frutta esotica (ananas), salato ma equilibrato.
- Ischia Rosso d.o.c. della cantina Cenatiempo 2009 , al naso arrivana la dolcezza della frutta sotto spirito ma in bocca è un gusto acidulo che la fa da padrone.

Da Peppina con furore.

Non fosse per questo post, la memoria condenserebbe questa serata in tre parole: atmosfera, coniglio e fregatura.
"Atmosfera", perché il Mangiarozzo 2011 di Carlo Cambi ha ragione a consigliare, all'avventore della trattoria "da Peppina di Renato" (Forio d'Ischia), l'impiego di qualunque inganno pur di farsi assegnare un posto sotto il pergolato. E' infatti in questa ristretta zona esterna, sorta di balcone o terrazzamento sul lussureggiante pendio dell'Epomeo, che il locale - già rustico, accogliente e caratteristico - raggiunge un culmine di naturale suggestività, dove la modesta e colorata costruzione umana si immerge completamente nella vegetazione in lenta discesa verso il mare.
"Coniglio", perché rappresenta il clou di una cena a base di carne grandiosa, sia per qualità, sia per dimensioni (con ennesima frustrazione delle nostre speranze di restare leggeri).
In realtà, non ordiniamo più di un antipasto, un secondo ed un dolce e testa. Ma la prima portata è prelibata quanto devastante: un'intera "pizza bianca" con cipolle, patate e gorgonzola distesi su uno strato di mozzarella, una truppa di incredibili "polpettine saracene" ripiene di formaggio, una porzione dei popolarissimi friggitelli, una frittata arrotolata con prosciutto e rucola e, infine, un involtino con melanzane, sottiletta e prosciutto.
L'andazzo suscita una certa preoccupazione ma, fortunatamente, con il "coniglio all'ischitana" si torna a dimensioni normali. Solo le dimensioni, però, perché il sapore giunge invece a vette prodigiose.
L'animale, servito in un tegame di creta fantozzianamente bollente, è tagliato in pezzi e condito con un denso e saporito sugo di pomodorini ed erbe aromatiche: ne risulta una carne incredibilmente tenera e gustosa, ricca di aromi e, grazie al peperoncino, con un accenno di piccante.
Preceduto dal suddetto ben di dio, il croccante con mousse, che si presenta in veste davvero appetitosa, ci lascia invece parecchio delusi per banalità di preparazione e di sapori.
Ci sarebbe quindi un'ultima parola-chiave, che si pronuncia "fregatura". Fatto sta che, malgrado i 30 euro sborsati per un vino fuori listino, che l'infido (ma vogliamo pensare giovane ed inesperto) cameriere ci aveva promesso per la metà, e nonostante la vergogna che ancora provo per non aver reagito con la necessaria violenza fisica, c'è da dire che l'Ischia Rosso DOC "dedicato a Mario d'Ambra" (2008) Casa d'Ambra (Forio) guadagna il titolo di miglior bevanda dell'estate campana e, in assoluto, rimane un prodotto da grandi occasioni.
In particolare - come evidenziato nell'intermezzo del piccolo degustatore - il vino proviene da uve Guarnaccia e Per'e' Palummo (o Piedirosso), è color rosso rubino e sprigiona un profumo vinoso, con note di ciliegie sotto spirito ed un insolito sentore di abbrustolito (la piccola degustatrice dice: odore di rosmarino ed erbe aromatiche); al palato è più freddo di quanto gli odori lasciassero prevedere, con sensazioni salate e tanniche bilanciate, comunque, da una certa morbidezza.

giovedì 4 agosto 2011

Pietratorcia, Forio.

Vagando per Forio ad Ischia ci siamo imbattuti, dopo estenuanti ricerche, in questo semplice ma delizioso posticino che prende nome dalla cantina Pietratorcia, che non solo offre i vini della suddetta cantina ma anche cibo, poco ma ottimo, le porzioni non sono piccole ma è il menù a limitarsi ad una scelta di soli tre piatti.
Il ristorantino fornito di una graziosa terrazza sulla strada ospita pochi avventori; veniamo maltrattati subito dal proprietario, un omone brusco e sbrigativo, che ci vieta di ordinare due pietanze diverse e ad ogni nostra gentile richiesta sbuffa come stesse per scoppiare d'ira. Nel tavolo a fianco due simpatiche signore abituè hanno ordinato "carne alla piastra quella che piace a loro" e il proprietario ha messo a cuocere probabilmente i resti degli occupanti del tavolo precedenti a noi maltrattati e segregati in cantina. La sorella del cuoco mi ha avvertita appena in tempo "mi spiace, mio fratello è un po' lunatico ma tra poco si tranquillizza" e ho salvato, invocando l'aiuto della donna, il piccolo Winnie the Pooh, che avevo mandato a scegliere le verdure e che già sfregava le manine e leccava i baffetti tutto gongolante. Salvi per un pelo dall'essere divorati e trasformati probabilemente lui in brodo e io in salsiccia dall'orco, che poi si è rivelato molto disponibile e un po' ravveduto del trattamento offerto.
Sul tavolo, dopo una serie di peripezie, sono approdati due piattoni di caprese di bufala meno saporita di altre assaggiate nel campano girovagare e un mix di verdure per nulla light: nello specifico, friggitelli, radicchio, melanzane o meglio melenzane alla parmigiana e ovviamente zucchine alla scapece. Verdure sugose e saporite da pulire il piatto con un tozzetto di pane.
Il vino, della cui scelta mi ritengo responsabile, è un Ischia d.o.c. Forastera (2010) Pietratorcia, fresco e leggero, forse più da aperitivo che da pasto saporito. Soprattutto, abbiamo così perso così la possibilità di degustare dei vini ottimi prodotti da questa cantina che forse avevamo, o meglio avevo, un po' sottovalutato.

[Modificato per rispondere alle richieste dei miei fans]