venerdì 18 gennaio 2013

Merano Wine Festival 2012

Bisogna ammetterlo, il Merano Wine Festival 2012 sarà un evento memorabile. Non per la sua estetica elitaria, fatta di lustrini e livree, e nemmeno per la terribile calca (da manifestazione eno-gastronomica più scazzottata di sempre). Noi enofili di scarsa esperienza lo ricorderemo, invece, come il primo (atteso) approdo ai grandi vini francesi.
A questa nazione, infatti, vengono dedicati due ampi settori del Kurhaus: da un lato, l'area dei produttori stranieri (dominata proprio dalla Francia); dall'altro, il salone ospitante l'Union des Grands Crus de Bordeaux (sorta di associazione di promozione dei cru bordolesi). Insomma, un'ottima occasione per approfondire le nostre conoscenze etiliche, con vini che chissà quando (e se) avremo l'opportunità di riassaggiare.
Tali libagioni degustazioni, però, richiedono un'accurata preparazione... Così, concediamo ai nostri stomaci una propedeutica passeggiata nell'area gastronomica.
Qui, pilucchiamo un po' di tutto, dai gustosi taralli pugliesi di Schiralli-Crudo (Bitetto - Bari) e, soprattutto, di Miliarium (Cerignola - Foggia), ai salumi dell'azienda Mezzaluna di Fermo (il ciauscolesco stand della ditta di catering Torbidoni è invece assediato ed inavvicinabile); dai pecorini Marovelli di Vibbiana (Lucca) alle mele marchiate Sudtirol, fino ai saporiti dolci altoatesini del panificio Erb (Merano).


Scopriamo anche - finalmente! - il gusto del tartufo bianco, grazie ad una crema dal sapore delicato e delizioso, prodotta dalla S.Z. Tartufi di Atessa (Chieti).
Ritroviamo addirittura il Varnelli (dell'omonima distilleria in provincia di Macerata), affezionato compagno di vecchie spanzate marchigiane.
Come ovvio, la qualità dei prodotti non è sempre di alto livello e, per due volte, dietro apparenze fastose, troviamo panettoni e biscotti assolutamente mediocri.
L'unica vera delusione, però, deriva da quel dannato banchetto traboccante di formaggi (dell'affinatore De' Magi), i cui responsabili ci snobbano miseramente, probabilmente a causa del nostro aspetto poco autorevole (torneremo più volte nel corso della giornata... e mai ci rivolgeranno la parola).
Ci rifacciamo mettendo in corpo qualche birra e... ammirando il ragazzo belloccio della Bruton (basta, la prossima volta la Stagista resta a casa!).
Poi, finalmente, muoviamo verso la Francia.

La prima missione qui è: conoscere lo champagne. Non è facile, ché tutti i banchetti sono saldamente protetti da barriere di bevitori. Riusciamo comunque a conquistare qualche assaggio.
Champagne AOC Brut Chardonnay Mill. 2005 Nicolas Feuillatte. Rimasto sui lieviti per 5 anni. Colore paglierino-dorato scarico, quasi privo di bollicine (almeno, nel nostro bicchiere); al naso rilascia note leggermente floreali e fruttate, in bocca è vivace, fresco e sapido, con aromi di mandorle e miele.


Champagne AOC Grand Cru Chardonnay Mill. 2004 Nicolas Feuillatte. Rimasto sui lieviti per 6 anni. Color paglierino scarico, presenta un'effervescenza leggera e fine; odora di agrumi e frutta esotica; in bocca è sapido ma senza eccessive spigolature, con ritorni di agrumi e frutta secca.
Champagne AOC Brut Sélection Pannier. Ottenuto da chardonnay (40%), pinot meunier (30%) e pinot nero (30%), vinificati in acciaio. E' giallo paglierino scarico, anche questo quasi senza bollicine; gli odori sono floreali, minerali e di lieviti; in bocca è spiccatamente acido, con sapidità leggera.
Champagne AOC Grande Reserve Brut Beaumont des Crayeres. Pinot Meunier per il 60%, Chardonnay per il 25% e Pinot Noro per il 15%. Di aspetto giallo paglierino pallidissimo, con bollicine fini, odore di frutta, brioche e burro, al palato è tendenzialmente acido e sapido.
Champagne AOC Extra Brut Blanc de Blancs Jean Dumangin. Ottenuto da solo chardonnay. E' dorato pallido, con odori floreali e fruttati (albicocca); buona freschezza e sapidità.

La seconda missione è: provare il provabile.
Vosne-Romanée AOC 2009 Domaine des Perdrix. E' la denominazione di un importante Village della Borgogna. Un Pinot nero di un bel colore rosso rubino, limpido; profuma di frutta sotto spirito (ciliegie acidule), spezie, legno affumicato; in bocca è dominato dall'acidità e da una delicata astringenza, leggermente sapido.
Bourgogne AOC Pinot Noir 2010 Seguin Manuel. L'uva, provieniente dalla Cote de Beaune, dopo la fermentazione matura in botti per una decina di mesi. Ne risulta un vino rosso rubino, con odori di frutta (ciliegia ed amarena) e fiori, che pari pari continuano in bocca; è fresco e beverino, sapido e lievemente tannico.
Alsace AOC Riesling Clos Mathis 2009 Domaine Ostertag. L'uva proviene da un vitigno in Ribeauvillé, con certificazione biodinamica, ed il mosto è fatto fermentare fino al giugno successivo alla vendemmia, mendiante lieviti "selvaggi". Il risultato è un vino di color paglierino scarico, con profumi minerali e fruttati (di agrumi), secco, fresco e piuttosto sapido.
Alsace AOC Gewurztraminer Vignoble d'E 2010 Domaine Ostertag. Anche quest'uva è coltivata con metodo biodinamico, in diversi vigneti attorno al comune di Epfig. La vendemmia è ritardata fino all'ultima settimana di ottobre per attendere la maturità fenolica dell'uva. Il vino è giallo pallido ma luminoso; ha sentori di agrumi, fiori bianchi e miele; in bocca è spiccatamente dolce e di scarsa acidità.
Alsace AOC Riesling Enchenberg Vieux-Thann 2007 Chateau d'Orschwihr. Il produttore guadagna subito il nostro rispetto, evidenziando in etichetta l'assenza di qualunque "chaptalisation". Bel colore dorato e brillante, profumo di agrumi e idrocarburi, in bocca è vivo ed energico, con buona sapidità e grande freschezza.
Alsace AOC Riesling Grand Cru Pfingstberg 2005 Chateau d'Orschwihr. Uno dei migliori assaggi di questo Festival! Di colore dorato e cristallino, al naso mostra note di idrocarburi, di fiori e di agrumi; in bocca inizia con una leggera dolcezza ma si fa subito vivo con spiccata acidità e gran salinità.
Alsace AOC Gewurztraminer Bollenberg 2010 Chateau d'Orschwihr. Colore dorato, profumi tipici varietali, oltre che di albicocca e frutta esotica; sapore leggermente dolce ma, al contempo, gustosamente fresco e sapido.


La curiosità alcolica ci spinge anche ad una capatina nell'unico (credo) banchetto spagnolo, quello di Perez Barquero, per un fugace assaggio del suo famoso Jerez.
In particolare, ci buttiamo sul Pedro Ximénes Gran Barquero, unico Jerez ottenuto, per l'appunto, dall'uva Pedro Ximénes, appassita, fermentata, poi fortificata con alcol e, infine, ossidata in botti di quercia per 4-6 anni, con il complesso ed affascinante metodo "solera y criaderas". Il vino ha un colore marrone-rossastro, quasi nero, tipo prugna appassita. La prugna secca - e in generale la frutta appassitta - è evocata anche dagli odori, assieme a note di caffè e di legno. La dolcezza e la lieve acidità del sapore si accompagnano ad una struttura densa e sciropposa, con evidenti sensazioni di bruciore che derivano dall'alto grado alcolico finale (16% ABV).

Con estrema riverenza, passiamo quindi nella sala dell'Union des Grands Crus de Bordeaux.
Saint-Emilion AOC Grand Cru 2008 Chateau Angelus, taglio di 58% Merlot e 42% Cabernet Franc; maturato in barrique nuove per 18-24 mesi. Il colore è rubino con netti riflessi violacei; si avvertono odori fruttati, affumicato-tostati e speziati (soprattutto vaniglia); in bocca predominano l'acidità e l'astringenza.
Saint-Emilion AOC Grand Cru 2008 Chateau Trotte Vieille, taglio di Merlot, Cabernet Franc ed una piccola percentuale di Cabernet Sauvignon; rimasto per 18 mesi in barrique nuove. Colore rubino con sfumature granate, odora di frutta, legno e vaniglia; sensazioni fresche e tanniche equilibrate da una certa morbidezza.
Pomerol AOC 1999 Chateau Gazin, taglio di 85% Merlot, 12% Cabernet Sauvignon e 3% Cabernet Franc, tenuto in barrique per crca 18 mesi. Colore rosso rubino intenso, profumi di frutti di bosco e ciliegie, con note affumicate non ben definite; in bocca sensazioni acide e tanniche ben armonizzate.
Pomerol AOC 2007 e 2008 Chateau La Croix de Gay, taglio con 95% di Merlot e 5% di Cabernet Franc, 18 mesi in barrique. Entrambe le annate si presentano di colore tendente al granato e di analoghi profumi fruttati e tostati; in bocca, più duro il 2007, tra acidità e tannicità, mentre il 2008 è tannico ma rotondo.
Pomerol AOC 2007 Chateau Le Bon Pasteur, prevalentemente Merlot con modesta quantità di Cabernet Franc, con maturazione per 15-18 mesi in barrique nuove. Il colore è rubino torbido; al naso i sentori fruttati lasciano ampio spazio alle spezie (sentiamo vaniglia e pepe) ed alle intense note tostate; al palato è tannico e leggermente amarognolo.

Margaux AOC 2004 Chateau du Tertre con il 37% di Merlot, il 33% di Cabernet Sauvignon ed il 30% di Cabernet Franc, passa 15-17 mesi in barrique. Colore rosso rubino con sfumature granate, al naso frutti rossi e tostatura, in bocca poco acido, dominato da sensazioni tanniche.
Margaux AOC 2004 Chateau Giscours, con il 60% di Cabernet Sauvignon ed il 40% di Merlot, maturati per 15-18 mesi in barrique. Colore rosso rubino intenso, naso di frutta matura, in bocca denso e corposo ma con una buona freschezza ed una tannicità morbida ma evidente.
Margaux AOC 2006 Chateau Lascombes è ottenuto da un taglio di 50% Merlot, 45% Cabernet Sauvignon e 5% Petit Verdot, maturato in barrique per 18 mesi. Colore rosso porpora intenso e luminoso, profumi di frutta sotto spirito (ma sembra anche di limone), di fiori (forse di rosa) e leggere note tostate e speziate; la struttura morbida e vellutata si accompagna ad una piacevole freschezza acida, seguita da delicate sensazioni tanniche. La grande armonia in bocca gli fa vincere la nostra piccola classifica dei bordolesi.
Pauillac AOC 2010 Chateau Grand-Puy Ducasse, da un taglio di 60% di Cabernet Sauvignon e 40% Merlot, in barrique per circa 18 mesi. Colore rubino, naso di frutta, spezie e vaghi sensori salmastri, al palato è dominato dall'asprezza e dalla tannicità, sostenute dalla struttura corposa.

Pauillac AOC 2006 Chateau Lynch-Bages, taglio di 73% Cabernet Sauvignon, 15% Merlot, 10% Cabernet Franc e 2% Petit Verdot, maturato in barrique per 15 mesi. Di colore rosso rubino, profuma di spezie (soprattutto vaniglia) e di salmastro; in secondo piano le note fruttate; al palato è reso aggressivo dalla combinazione di tannini, sapidità e acidità.

Per concludere in bellezza, tuffiamo i nostri sensi annebbiati nel Sauternes.
Sauternes AOC Chateau Guiraud, con il 65% di Semillon ed il 35% di Sauvignon blanc.
Il millesimo 2009 è color giallo paglierino carico, con profumi intensi di frutta secca (in particolare di albicocca) e miele, corpo denso, sapore dolce e sensazione alcolica ben equilibrate da un'acidità che si mette in mostra.
Nel millesimo 1998 il colore vira sul dorato, i profumi più riconoscibili sono mela, pera e spezie (zafferano), al palato è invece più simile al precedente: denso, dolce ma al contempo piacevolmente acido.
Dopo cotanto sforzo degustativo, le nostre capacità percettive, già di per sé inaffidabili, sono oramai partite per la tangente. Ci voltiamo verso l'uscita della grande sala francese, e già la tristezza comincia a montare... Per attutire il ritorno alla realtà, mettiamo almeno in gola altri due vini: Sauternes AOC Chateau Doisy Daene - anche in questo caso è netta la differenza aromatica tra il millesimo più recente (2004), prevalentemente fruttato, è la più risalente annata 1991, dominata dallo zafferano - ed il Sauternes AOC Chateau de Fargues, di un dorato più brillante dei precedenti ma un naso che ci sembra troppo orientato verso lo zafferano, in particolare il millesimo 2002.