venerdì 23 maggio 2014

Denny Bini e Marubini!

Ecco, l'abbinamento di stasera è stato giusto per trovare la rima.

Lui, Denny Bini, è un giovane vignaiolo, che ha cominciato a vinificare con una sua etichetta nel 2007, con mezzo ettaro di terreni in affitto a Coviolo, alle porte di Reggio nell'Emilia. L'impianto dei vigneti risale però già al 2003, con le varietà lambrusco grasparossa e malbo gentile.
Dal 2011 lavora un ettaro complessivo di terra e coltiva anche lambrusco salamino e di sorbara.
La zona di produzione prende il nome di Podere Cipolla. E' situata su una bassa collina a 200 metri s.l.m., compresa tra due torrenti, e si caratterizza per un suolo con un primo strato compatto limoso-argilloso, seguito a 40 cm di profondità da uno strato di rocce alluvionali (e fossili) ciottoloso e quindi maggiormente drenato.

Data la naturale fertilità del terreno, per ridurre la resa si è scelto l'allevamento a cordone speronato, con potatura corta, limitando a 16 le gemme per ceppo.
Le rese non superano gli 80 q/ha, mentre la densità di impianto è di 2.400 ceppi/ha.
La coltivazione - pur priva di certificazioni - segue il regime biologico: trattamenti solo con rame e zolfo; concimazioni con letame e sovescio; diserbo meccanico; aggiunta di solfiti soltanto in fase di pigiatura; nessuna chiarificazione né filtrazione (il tannino ed il sedimento dei lieviti fungono da antiossidante).

"Se non acquistate vi faccio un mazzo..."

Quell'etichetta col sole... l'abbiamo già vista!

Il suo Lambrusco dell'Emilia IGP "Ponente 270" del 2012 - aperto stasera - è un uvaggio di tutte le varietà di lambrusco aziendali: quindi grasparossa, salamino, malbo gentile e di sorbara. E' vinificato in acciaio con lieviti indigeni, e subisce una macerazione sulle vinacce di 3-4 giorni.
Rifermenta in bottiglia - secondo il metodo tradizionale - e nello stesso contenitore rimane per almeno 8 mesi prima della commercializzazione.
Ha un colore purpureo intenso e luminoso, con una lieve effervescenza superficiale. Gli odori sono abbastaza intensi e franchi, e rimandano alla marmellata di ciliegie (aspre) ma pure alle spezie, come vaniglia e chiodi di garofano, e persino a sentori smaltati. In bocca è secco, senza residui zuccherini evidenti, e vivace ed energico, snello e beverino; è animato inizialmente dalla frizzantezza e dall'acidità, poi si fa sentire la struttura tannica abbastanza intensa e viva. E' un tipetto di carattere ma soprattutto che dà godimento. Ah, ha solo il 12% alc./vol.

Come al solito, l'abbinamento non è azzeccato. 
I ravioli carne e aglio dell'azienda Fioni Alfonso (di Castelverde, CR), in pratica i famosi marubini di Cremona, sono una pasta fresca all'uovo ripiena con carne suina, carne bovina e prosciutto, poi parmigiano reggiano, pane grattato, verdure, spezie ed aromi.
Nel brodo di carne sono davvero squisiti, con uno involucro di pasta spesso e compatto (ottenuto con farine sia di grano duro che di grano tenero) che racchiude un amalgama di carne grassa e pastosa e di "fresca" verdura, il tutto su un netto sfondo agliaceo.
L'unico problema del piatto, per l'appunto, è che non ha un'intensità di profumi e sapori sufficiente per sostenere sostenere questo vino giovanile e forte.
Se non altro, il tannino del vino compensa l'umidità del brodo e la sua freschezza ripulisce la bocca dalle sensazioni di grassezza e pastosità della pasta e della carne.


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