martedì 15 aprile 2014

Vinitaly tra l'Irpinia ed il Reno.

Un Vinitaly più sfuggente del solito, quest'anno. Le premesse del resto ci sono tutte: l'entrata alla fiera in grande ritardo, le ore pomeridiane occupate da una degustazione guidata e, su tutto, gli acciacchi che ci portiamo dietro e che costringeranno ad un ritorno anticipato...
Insomma, l'unica zona vinicola che riusciamo a visitare non dico con serietà ma, almeno, con un minimo di creanza verso i produttori è stata quella irpina (che quest'anno gode di un padiglione autonomo rispetto a quello campano, sintomo di una nuova meritata visibilità).

Abbiamo così modo di conoscere finalmente il fantomatico Sabino Loffredo, titolare dell'azienda vinicola Pietracupa di Montefredane... rifacendoci così dei fallimentari tentativi di abboccamento dell'estate scorsa, quando eravamo proprio lì in Irpinia speranzosi di fargli una visita! E c'è da dire che rimaniamo abbastanza sorpresi nel trovarci di fronte una persona affabile e gentile, con la faccia quasi "solare", ben lontana dall'immagine accigliata e lugubre che ce n'eravamo fatti!
Tra le altre cose, proviamo finalmente anche il Fiano di Avellino 2013 dei Colli di Lapio (a Lapio, uno degli areali di riferimento per la denominazione), meno "spesso" e con profumi più floreali e montani rispetto a quello di Montefredane (ferma restando la nostra incapacità di valutarlo così giovane: peccato che su in Trentino sia praticamente impossibile procurarsene altre bottiglie per conservarle un po'...).

Poi, grandi soddisfazioni (umane ed enoiche) arrivano, come sempre, dal consorzio dei Diversi Vignaioli Irpini.
E non solo per la possibilità di assaggiare la goduriosa "pizza chiena" della mamma di Antoine Gaita ed il Fiano di Avellino Vigna della Congregazione 2011 di Villa Diamante (dalla grande mineralità, poi fiori, frutta e note tostate, anche se forse meno complesso rispetto ad altre annate assaggiate - ma magari è solo il nostro assaggio ad essere frettoloso). Peraltro la signora Renna-Gaita si ricorda ancora di noi, anche se soltanto come i due pirlotti "arrivati con la guida Slow Wine"...


Ritroviamo anche, infatti, il nostro "beniamino" Raffaele Guastaferro (di Taurasi) e, soprattutto, i suoi vini a base Aglianico. L'Aglianico 2011 è ricco di prugne, di spezie (vaniglia, chiodi di garofano ed altro), di note floreali ed affumicate di cuoio e tabacco, mentre in bocca è polposo, sapido e con un tannino netto ma vellutato.
Il Taurasi Riserva 2007 ci sembra più potente e strutturato, sapido, con un tannino estremamente fine e vellutato, e ci lascia in bocca aromi di confettura di ciliegie e prugne, di cacao, caffè, tabacco, liquirizia. Entrambi sono senz'altro da riprovare con maggiore attenzione...
Così come gli altri due grandi cru di Taurasi che scopriamo oggi, ossia, il Coste ed il Vigne d'Alto dell'azienda agricola Contrade di Taurasi di Enza Lonardo (con sede e vigneti nel Comune di Taurasi).
Insomma, prima o poi dovremo fare un bell'ordine collettivo a questo consorzio.


Dopo la breve gita campana, veniamo subito catapultati nel mezzo della Germania per l'altra "tappa" giornaliera: la degustazione di Riesling VDP.GROSSE LAGE.
Per farla breve, la VDP (acronimo di Verband Deutscher Qualitäts- und Prädikatsweingüter) è un'associazione di produttori tedeschi, che promuove le pratiche tradizionali e sostenibili, nel vigneto e in cantina, e la produzione di vini sia di qualità che espressivi del loro territorio d'origine.
All'esito di una mappatura delle aree vinicole tedesche e dei singoli vigneti, la VDP ha introdotto una classificazione dei vini legata al terroir (per superare la classificazione legale tedesca, basata soltanto sul livello zuccherino delle uve vendemmiate).
Risalendo la scala gerarchica, quindi, i vini vengono distinti in VDP.GUTSWEIN, VDP.ORTSWEIN, VDP.ERSTE LAGE (una sorta di Premier Cru) E VDP.GROSSE LAGE (tipo Grand Cru).


Detto questo, ecco i nostri vini preferiti.

Rheingau Riesling trocken Silberlack GG 2012 di Schloss Johannisberg (a Geisenheim). La vigna si estende su 35 ha, interamente compresi nell'azienda, ha altitudine compresa tra i 114 e i 181 metri s.l.m., pendenze del 45% almeno, esposizionea sud, suolo ricco di quarzite.
Il vino ha un colore paglierino-dorato brillante, dagli odori minerali e floreali, con note di mela cotogna, pesca, limone ed erbe aromatiche. Ha un corpo medio e risulta al contempo abbastanza caldo, morbido, ma anche sottilmente acido e con una netta e prevalente sapidità.

Rheingau Riesling auslese Steinberger 1993 della Hessische Staatsweingüter Kloster Eberbach (ad Eltville am Rhein). Anche questo cru è posseduto interamente dall'azienda, per tutti i suoi 32,4 ha, con pendenza minima del 38%, esposizione a sud e suolo di quarzo pietroso ed ardesia. Il vino è ottenuto da lieviti indigeni e contiene ancora 81,5 g/l di zucchero.
Gode ancora nonostante l'età di un'apparenza dorato-verdolina brillante. Al naso ricorda la pietra, gli idrocarburi (petrolio), lo zafferano, la mela cotogna con anche sentori di fichi secchi e datteri. E' dolce, morbido, caldo e pieno al palato, ma anche ben equilibrato grazie all'acidità medio-leggera ed alla discreta sapidità. Finale di grande persistenza. Ci piace un sacco!


Pfalz Riesling Kastanienbusch GG 2012 di Ökonomierat Rebholz (di Siebeldingen), proviene da 3,5 ha della vigna di Kastanienbusch (che si estende su 40 ha totali), posta a 280-320 metri s.l.m. (è la più alta dello Pfalz) con pendenze del 30-35% ed esposizione a sud, il cui terreno è formato da depositi di granito, ardesia e melafiro; vinificato in acciaio con macerazione sulle bucce di 24 ore.
Il vino è di un paglierino-dorato brillante, con già una grande complessità di profumi: floreali, di frutta (mela e pesca), di agrumi (limone e ananas), di pietra e vegetali. In bocca è morbido e strutturato, con acidità sottile e buona sapidità.

Pfalz Riesling Jesuitengarten GG 1999 di Dr. Bürklin-Wolf (a Wachenheim). La vigna Jesuitengarten ha circa 6 ha, di cui solo 0,6 di proprietà di quest'azienda; la parcella è posta ai piedi del Mittlehaardt a 120-150 metri s.l.m., con esposizione ad est e pendenza del 5-15%, su suolo basaltico, pietroso, inframmezzato da strati di argilla e sabbia. Il vino fermenta e matura in botti da 25 hl.
Nel vino prevalgono i profumi terziari che rimandano al mondo chimico, alla plastica, agli idrocarburi, accanto alle note pietre e frutta, che in bocca si arricchiscono di rimandi speziati. Il suo meglio lo dà comunque al palato, dove l'acidità sottile e la sapidità medio-leggera si fondono con grande armonia e finezza nella morbidezza e nel calore del corpo.
E' senz'altro il nostro preferito assieme allo Steinberger.


Mosel Riesling GG Juffer-Sonnenuhr 2012 di Fritz Haag (di Brauneberg). La vigna si estense du 3,7 ha (dei 10,5 ha totali della Juffer-Sonnenur), da 110 a 220 metri s.l.m. e pendenze del 60-70%, pendenza a sud, sud-ovest, su un terreno ricco di ardesia.
I profumi sono floreali, minerali, di frutta esotica e frutta bianca acerba, cui si aggiungono in bocca note di erbe aromatiche. Meno corposo degli altri, è dotato però di una sottile e profonda vena acida e buona sapidità, con un finale leggermente amaro ed aromatico.

Mosel Riesling spätlese Graacher Himmelreich 2012 di Willi Schaefer (a Graach). Himmelreich è un cru di 56,7 ha, dei quali 2 sono occupati dal vigneto aziendale, su pendenza dal 60% ed esposizione a sud, con un suolo ricco di ardesia.
E' dolce ma equilibratissimo grazie all'acidità. Pieno e potente, sa di pesche, albicocche appassite, zafferano e pietra, di grande armonia.

E così, con la bocca estasiata e satura, torniamo a casa...

1 commento:

  1. aaaaaaaaahhhh quella guida Slow Wine ;) Grazie...:) a voi due !!!!!!
    Un caro saluto
    Diamante

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