domenica 6 novembre 2011

Alla sagra della ciuìga, per due soldi ecc.

Alla sagra della ciuìga ci si riprometteva di andare da almeno due anni. Perché siamo sempre in cerca di sagre decenti, fenomeno raro da queste parti, e perché la ciuìga del Banale è uno sfizioso prodotto tradizionale e, per di più, abbastanza di nicchia (quindi, fa sempre fico conoscerlo). (In realtà, da qualche tempo è stato reso presidio Slow Food, il che ha contribuito non poco alla sua diffusione).


Tema: cos'è la ciuìga? Gustoso salume delle Valli Giudicarie e, precisamente, di San Lorenzo in Banale, nacque nella seconda metà dell'Ottocento, frutto di quell'ingegno che solo l'indigenza è capace di stimolare. L'idea, in sostanza, fu quella di insaccare una piccola percentuale di scarti del maiale (testa, cuore e polmoni) insieme ad un mucchio di rape bianche, aromatizzando il tutto con aglio, pepe nero e sale e, infine, sottoponendo il sacchettino ad affumicatura. Grazie al gusto delicato della rapa, tale da non alterare il sapore della carne, i sensi e lo stomaco si illudevano di mangiare qualcosa di ben più sostanzioso della realtà.

Oggigiorno, il salume - messo sul mercato esclusivamente dalla Famiglia Cooperativa Brenta Paganella - pur conservando i caratteri essenziali di un tempo (ingredienti, preparazione e forma "a pigna di conifera" o "a stronzotto"), è prodotto con carne di maggior pregio e con una percentuale di rape ridotta al 30-40%.
Fatta la premessa, il post mi è quasi venuto a noia e potrebbe concludersi qui. Ma facciamo un ultimo sforzo...
La sagra della ciuìga si tiene nella parte alta ed antica di San Lorenzo in Banale, ovverosia, in un piccolo borgo di case rurali, affacciato sulla valle ed attraversato da una via principale che, a tratti, si avviluppa in intricati saliscendi di vicoli ed archi.

Dietro ogni porta e sotto ogni volta c'è un banco e qualche rivenditore, rigorosamente in tenuta tradizional-campagnola. Gli ambienti interni (suggestive architetture in pietra e legno) sono addobbati - quasi come un museo - di strumenti da lavoro, quadri e suppellettili da bottega. Le viuzze sono ravvivate sia dai colori intensi delle foglie autunnali, che si aggrappano un po' ovunque, sia dai fregi di pannocchie appese sugli edifici, sia da una moltitudine di verdure intagliate e ricostruite in figure fantasiose. I prodotti gastronomici sono in mostra dappertutto, appesi oppure offerti sui banconi.
Ciò che colpisce di più è, comunque, la piacevole atmosfera che si respira in questa sorta di rappresentazione popolare. Gli abitanti del posto, che hanno aperto le loro case ed animano personalmente gli stand ed i punti di ristoro, sembrano sinceramente interessati ad accogliere ed intrattenere i visitatori nel miglior modo possibile. Esibizioni folkloristiche di qualità animano prima uno e poi l'altro spiazzo del paese. Persino i rivenditori sono di una prodigalità sconosciuta da queste parti (e noi ne approfittiamo per piluccare un po' di tutto). I vigili, poi, ostentano buonumore e sono di una gentilezza squisita. Non siamo in Trentino.
Quanto ai prodotti di gastronomia, ci sono, ovviamente, alti e bassi (e, tra i bassi, ricorderò il birrificio artigianale Teddy Bier di Mori). Tuttavia, la qualità media è sensibilmente più alta rispetto alle pseudo-sagre trentine. Sicuramente, non ricordo di aver mai mangiato così bene presso uno dei loro punti di ristoro, mentre qui, prima, i canederli alla ciuìga, poi, la ciuìga cotta con polenta, poi ancora, la torta di mele e, infine, il conto sono stati enormemente apprezzati.

Davvero saporiti, inoltre, sono i formaggi dell'azienda agricola Melzani Marco da Bagolino (BS) e, su tutti, il Bagòss di Bagolino (Presidio Slow Fuff) stagionato per 36 mesi, giallissimo, granitico e deliziosamente piccante. Altra piacevole scoperta è la neonata Agrilife di Donati Moira (da Comano, cioè lì vicino) e le sue tartine di cotognata (oltre ad una serie di cosmetici che interessano solo alla Ciuìgogirl e che quindi, nel mio post, non avranno spazio). Anche gli Amici del Tortel di Cavedago pare non se la cavino male, ma non posso che riferire opinioni di terzi non troppo attendibili (la Ciuìgogirl), ché io, a quel punto, stavo veramente schiattando.

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