giovedì 11 luglio 2013

Formaggio Piovernetta e birra Clemens, due bei tipetti.

Scorre giugno, ricomincia l'alpeggio e, inevitabilmente, riprendono le gite in malga.
Inauguriamo la stagione venatoria (del "cheese-hunting", come direbbe Michael Jackson) con una trasferta a Malga Piovernetta, eretta a 1595 metri nei floridi e (in)contaminati dintorni del Passo Coe (Folgaria), tra un casermone-dormitorio qui, un impianto sciistico là e, tutto intorno, un panorama di natura "artificiale" che ricorda molto un parco pubblico. E vabbè...


L'unico cacio disponibile adesso - l'alpeggio è appena cominciato - è il Primo sale, che il gentilissimo gestore (e casaro) spiega essere stato ricavato da latte vaccino parzialmente scremato o intero, di razze pezzata rossa, grigio-alpina e bruna; il processo produttivo si caratterizza per il mancato uso di fermenti (neppure latte- o siero-innesti?), la coagulazione presamica con caglio bovino a 30-33°C circa in caldaie di rame e, poi, la semicottura a 45°C e l'immersione in salamoia per 12 ore. La nostra piccola forma, di circa 600g, è maturata solo per qualche giorno.
Il cacio ha una crosta sottile, morbida, elastica ed umida, di colore avorio. Lo stesso colore presenta la pasta, che ha una consistenza ancora più elastica, è priva di sottocrosta e mostra un'occhiatura diffusa e uniformemente distribuita, irregolare e di dimensioni piccole e medie.
I profumi rimandano al latte fresco, alla panna ed al burro, con accenni acidi (qualcunA poi azzarda: "budino", ma io mi dissocio); accanto, odori di vacca ed erbacei che ci ricordano - anche se in realtà non ci azzecca - il profumo "muschiato" dei formaggi di bufala; infine, c'è un sentore leggermente ammuffito che richiama l'interno della malga...
In bocca è  molto tenero ed elastico, umido, di scarsa solubilità e per nulla adesivo. I sapori sono di intensità medio-leggera, abbastanza equilibrati: all'inizio una media dolcezza, seguita dalla leggera acidità e dalla sapidità media, con una lieve amarezza finale.
Dobbiamo ammettere che da un formaggetto così fresco non ci aspettavamo affatto un'esperienza così interessante.

Durante il pasto, ci fa compagnia una Clemens ohne filter della Brauerei Clemens Härle (a Leutkirch im Allgäu, in quella parte dell'Algovia situata nel land Baden-Württenberg), kellerbier/zoiglbier di 5,4% ABV, birra a bassa fermentazione non filtrata, ottenuta da una miscela di malti tedeschi.
Il suo colore è ambrato torbido, con schiuma discretamente abbondante, bianca, fine e mediamente persistente. Ha profumi maltati e caramellati con note erbacee di luppolo e sentori tostati. In bocca, il corpo è medio-leggero, con un inizio dolce di intensità medio-elevata, seguito ed equilibrato dalla medio-leggera acidità e dal lungo finale amaro. La bocca rimane secca, pulita ed amara, in grande attesa della seconda bevuta.
Molto molto buona. Un po' troppo intensa, però, per il formaggio.

domenica 7 luglio 2013

Si può bere la Fravort sul Fontal? Non lo sapremo mai.

Sarà la Crisi, saranno le nostre deludenti esperienze con la ristorazione locale (troppo spesso prezzi troppo troppo alti rispetto alla qualità), noi proseguiamo imperterriti la serie infinita delle degustazioni caserecce...

Tralasciando il resto del pasto, perché sono un fissato, il cacio di stasera è un Fontal Predazzo del Caseificio Sociale di Predazzo e Moena s.c.: formaggio grasso, a coagulazione presamica, pasta cruda e pressata.
La materia prima è il latte vaccino intero, sottoposto a termizzazione ed addizionato con latte-innesto. Quanto al processo produttivo, la coagulazione avviene a circa 31-33°C, con l'aggiunta di caglio di vitello liquido; segue la spinatura e l'estrazione di parte del siero, con successivo innalzamento della temperatura ma senza una cottura in senso stretto.
La cagliata viene, poi, messa in fascere, avvolta in tele e sottoposta a pressatura per 4-5 ore, poi raffreddata. Il giorno seguente comincia la salatura (in salamoia) per 3-4 giorni e, infine, la stagionatura a 4-10°C con umidità relativa all'85-90%, per almeno un mese.
La nostra fetta è tagliata da una forma cilindrica di 8-10kg, con facce piane e scalzo diritto (tutti leggermente irregolari).
La crosta è liscia, secca, morbida ed elastica, nonché ammuffita. Il suo colore è ocra ma non uniforme, con ampie macchie bianche e verdi.
La pasta, invece, ha un colore paglierino tenue ed uniforme, con sottoscrosta molto sottile ed occhiatura irregolare, di dimensioni piccole e medie, distribuita in modo abbastanza uniforme. Ha una struttura tenera, lievemente umida, compatta ed elastica.
Al naso ha profumi semplici e di media intensità, con un prevalente odore di latte, burro e panna unito a note animali, di stalla e sudore, e leggeri sentori di fieno e (mi pare) frutta secca (ma quest'ultimo lo sento solo io).
Gli aromi in bocca corrispondono, con l'animale un po attenuato, mentre il sapore è per lo più dolce (medio-elevato), con leggera acidità, sapidità ed amaro medio-bassi. Nel palato il Fontal è adesivo e solubile, quasi fondente, con una certa umidità e (ma pare solo a me) una leggera grumosità al primo impatto.
La persistenza è media.
Gli fa compagnia una Fravort Freshbeer della s.r.l. Birra Valsugana (Ospedaletto), stile Helles a bassa fermentazione con 4,9% ABV.
Tutto ciò che sappiamo del prodotto è quanto mi avevano spiegato al birrificio al momento dell'acquisto, ossia, che la ricetta non corrisponde a quella della vecchia Fravort (per capirci, quella dall'etichetta grigio-dorata con l'effigie di rapace). Del resto, anche l'etichetta è cambiata, ora a sfondo bianco e molto più austera. E poi? Poi basta.
Quel che possiamo dire noi, è che la birra si presenta con schiuma bianca, discretamente abbondante ma di scarsa persistenza, e di colore dorato-ambrato poco intenso e velato. I profumi sono di malto e cereali, vagamente fruttati. In bocca è dolce e più corposa di quanto ci aspettassimo (anche troppo, per la tipologia), aspra e lievemente amara. Alla fine, sfugge via quasi subito.
Sulla bontà dell'abbinamento, però, non possiamo dire più di tanto perché, anche se il post è scritto al tempo presente, in realtà due settimane saran trascorse e... nel frattempo, ce ne siamo dimenticati (come ci siamo dimenticati di prendere appunti al riguardo). Per quel poco che ricordiamo, però, non legavano troppo bene...