sabato 28 luglio 2012

Cartolina alcolica senese: birre.

Officina di Brùton (S. Cassiano di Moriano - LU)
In un piccolo ambiente raccolto, curato e seducente, sono gli stessi birrai della Bruton a coccolare ciascuno dei propri ospiti, illustrando e commentando le birre ed i rispettivi abbinamenti.
L'immagine che mi porto dietro si scontra, ovviamente, con la realtà: il locale - che ha da poco cambiato gestione - punta tutto sulla quantità a basso prezzo e, dunque, offre un ambiente vasto e banale, anzi, il giardino dove capitiamo è proprio brutto; tanti clienti, chiasso, cameriere graziose ma di scarsa competenza.
Ci adeguiamo al menù di sola carne, provando, io, una tagliata di manzo con contorno di verdure al forno e, l'altra, una rosticciana alla griglia con cipolline borretane (in pratica, costolette di maiale aromatizzate con sale e pepe). Ebbene, anche il cibo è assolutamente mediocre.

Le birre, tutte alla spina, non raggiungono livelli eccelsi ma, almeno, salvano la serata.
Stoner: ad alta fermentazione, 7,5% ABV, è paglierina ed abbastanza torbido, di schiuma scarsa ed evanescente. L'odore è fruttato (in particolare di mela), leggermente maltato e caramellato. In bocca è moderatamente dolce, molto acida e con finale lievemente amaro.
Bianca: 5% ABV, stile Witbier con farro della Garfagnana e malto d'orzo e frumento, anch'essa paglierina (addirittura biancastra) velata e con schiuma (stranamente) scarsa. L'intensità olfattiva è media, e spazia tra il floreale, l'agrumato ed il tipico fruttato di banana. In bocca è densa e particolarmente frizzante, poco dolce e parecchio acida. Gustosa.
La Bruton è una Pale Ale di grado alcolico moderato (ABV 5,5%), paglierina ed abbastanza limpida, dal corpo esile dotato di schiuma fine in discreta quantità. Al naso, oltre all'odore erbaceo del luppolo, si avvertono preoccupanti sfumature di formaggio che, per l'Accompagnatrice, virano sulla puzza di piedi e, per me, sulla prugna. Al palato, poi, dominano l'amarezza ed una certa acetosità. Insomma, è probabilmente andata a male...
Infine, Momus: ABV 7,5%, limpida, color mogano con schiuma fine color crema, ispirata alle Dubbel belghe. Odori di malto tostato, di frutta e, per quell'altra, di fungo (?). Sapore molto dolce e lievemente acido.

TNT Pub (Bibbiano - SI)
L'apparenza è quella di un bar-ristorante di provincia, tipico ricettacolo per famiglie con pargoli e per giovani spiantati. E in effetti il TNT Pub è anche questo.
In più, però, c'è la birra, sparpagliata un po' ovunque per le sale del locale in infinite varietà, tali da ricoprire - credo - l'intero spettro della produziona nazionale belga. E poi personale ben preparato ma, soprattutto, il Librone delle birre, con descrizione dettagliatissima di ogni singolo produttore e della relativa produzione.
Anche il menù è speciale, essendo ogni singola portata accostata alle birre consigliate in abbinamento. Questo significa educare la clientela.

Fase I. Io mi butto sulla Poperings Hommel Bier della Van Eecke (Watou, nelle Fiandre Occidentali), che è una Strong Golden Ale belga di 7,5% ABV, ottenuta da malti pale e luppoli Brewers' Gold e Challenger coltivati nelle locali piantagioni di Poperinge; dopo la fermentazione viene imbottigliata assieme a zucchero bianco e lieviti. E' dorata e velata con una schiuma fine, sottile e abbastanza persistente. Sa di arancio e di fiori (distinguiamo la rosa), è dolce, leggermente acida, amarognola nel finale.
Labirraèmeglio prova, invece, una Waase Wolf della Boelens (Belsele nelle Fiandre Orientali), dark ale belga con ABV 6,5%, ambrata, con schiuma cremosa ed abbastanza abbondante ma di scarsa persistenza. Profumi erbacei e di luppolo, sentori fruttati. E' leggermente dolce, acida e con intenso amaro finale.
Fase II. Di nuovo io, con la Trappist Achel Blond prodotta dall'Abbazia di St. Benedictus (ad Achel, nel Limburgo, che sarebbe la provincia più orientale delle Fiandre). E' una tripel (trappista) con 8% ABV, dorata e velata, di schiuma poco persistente, sa di miele, malto e frutta matura (specialmente di banana), è piuttosto dolce con finale amarognolo.
L'Altra beve la Witkap Pater Tripel della Slaghmuylder (Ninove, Fiandre Orientali), ovviamente tripel, con 7,5% ABV, dorata e limpida, con una certa schiuma abbastanza persistente. Al naso lievito e frutta, in particolare agrumi. Corpo piuttosto leggero con finale secco.

La Birroteca (Greve in Chianti - FI)
Passiamo solo di sfuggita, per un aperitivo-bruschettona prima di cena. Estetica tipica da pub, sia del locale che dei suoi aitanti gestori. I quali la passione birraria ce l'hanno nel sangue. Invidiabili, poi, le sei spine che offrono birre diverse ogni settimana. Nel lasciare la birreria, scenderà quasi una lacrimuccia: a Trento ne sentiremo proprio la mancanza.

Tra le spine gustate, ci sconvolge in particolare la Techno Double IPA di ELAV (Comun Nuovo - BG) è una Imperial IPA, 9,5% ABV, malto pale, con profusione di luppoli (Centennial, Chinook, Simcoe, Nelson Sauvin), aggiunti anche in dry hopping. Colore ambrato limpido, persistente schiuma cremosa a grana fine. All'olfatto è incredibilmente ricca ed intensa, anche abbastanza persistente; presenta note leggermente maltate, erbacee, floreali (rosa), di miele ma principalmente (e prepotentemente) luppolate. Dolce, un po' sapida, piuttosto acida e con finale amaro ma non troppo.

Cartolina alcolica senese: vini.

Enoteca I Terzi (Siena)
Tipico locale snob da turisti stranieri. E noi ci siamo cascati. Una vera delusione, soprattutto per il personale ignorante e scortese.
Buona la finocchiona, ordinari il salame ed il capocollo. Quanto ai formaggi, l'alta classe impone di non accontentarsi dei pecorini e di schiaffarci, al fianco, del brie e del "fumé francese".
Il pecorino giovane ("provolone di pecora"), probabilmente a latte misto, è color paglierino. Profuma di latte cotto, burro cotto, animale ed erbaceo, quasi tutto confermato nell'aroma. Piuttosto solubile, è molto dolce e leggermente acido e sapido.
Il pecorino mezzano è color avorio, sa di latte cotto, panna e, poco, di animale; è soprattutto dolce e salato.
Il pecorino stagionato, anch'esso forse a latte misto, vira sul paglierino carico, è salato e piccante.
Il brie ha crosta fiorita e odora di animale e muffa; in bocca è per lo più dolce, poco salato, appena acido ed amaro, perde un po' di aroma di bestia per guadagnare note di nocciola.
Il c.d. "fumé francese" ha odore di muffa e fumo, poi, all'aroma, anche animale; poco dolce, è intensamente acido e salato, un po' amaro.
Piacevoli i vini. Nobile di Montepulciano DOCG 2009 Ruffino, color rosso rubino, sa di frutta matura e sotto spirito con note tostate, è caldo ma acido e astringente.
Rosso di Montalcino DOC Castello di Banfi 2010 Banfi (Montalcino), 100% sangiovese, maturato 10-12 mesi in parte in barrique e, in parte, in botte grande, poi affinato 6 mesi in bottiglia; 13% alc. vol., color rosso rubino, profuma di frutti di bosco e ciliegia, abbastanza caldo, morbido, poco sapido ma acido ed astringente.

Antica trattoria La Torre (Castellina in Chianti - SI)
Nella piazza centrale del paese, questo ristorante dall'apparenza ordinaria e dimessa offre a buon mercato una quantità sorprendente di piatti tipici, ben cucinati, dai sapori semplici e diretti: un ottimo tuffo nella tradizione locale. Gentili e disponibili il personale ed i titolari.


Dividiamo un antipasto di delizie calde, trovandoci davanti crostini con milza e fegato, bruschette al pomodoro, focaccine al tartufo, polenta fritta con funghi e frittata di cipolla e spinaci. Segue, per me, una panzanella alla contadina, ossia pane umido con ortaggi vari (un po' troppo estivo per la fresca serata, in realtà), e, per Lei, un assaggio di zuppe locali.



Accanto, Chianti Classico DOCG Brolio 2009 del Barone Ricasoli (Gaiole in Chianti), 80% sangiovese e, per il resto, merlot e cabernet sauvignon, maturato 9 mesi in barrique e tonneaux; è rosso rubino, emana un profumo vario di sottobosco e ciliegia, è abbastanza caldo e morbido e, in compenso, acido e tannico.


Il freddo alla fine ci spinge all'interno, dove scopriamo un sontuoso carrello di formaggi ed una ricca vetrina di dolci. Trattengo gli impulsi e mi limito (ci limitiamo) a cantucci e Vin Santo del Chianti Classico DOC 2006 Rocca delle Macie. Solo Lei però ha il coraggio di inzuppare.


Da Mario (Buonconvento - SI)
E' più che altro l'occasione per Lei di placare la fame nera con un piatto leggero di pici al ragù ed un sorso di Rosso di Montalcino DOC 2010 Gianni Brunelli, 100% sangiovese, alc. vol. 13,5%, rosso rubino limpido, odore di fragola, ciliegia e piccoli frutti.

 Già che ci sono, bevo anch'io qualcosa, cioè il Rosso di Montalcino DOC 2009 Albatreti, rosso rubino carico, odore di prugna e frutta matura, acido, astringente ed un po' sapido ma, almeno, di una certa morbidezza.

 Le Panzanelle (Radda in Chianti - SI)
Il cibo migliore della vacanza lo troviamo in un antico edificio restaurato, arredato con eleganza e senza fronzoli, piuttosto appartato rispetto ai centri vicini (viva il Tom Tom).
Preso posto nel lussureggiante giardino, ci viene anzitutto servita una gustosissima degustazione di formaggi e mostarde: ci sono caprini freschi, di breve stagionatura ed al pepe del Podere Le Fornaci (Greve in Chianti), nonché pecorini di stagionatura breve e media della az.agr. Le Fabbrie (Cavriglia - AR) e - massì! - pure parmigiano.


Di seguito, per me, del coniglio ripieno con peperoni e melanzane, disossato e servito a fette, accanto a peperoni con sughetto di fagioli e prezzemolo. Sapori essenziali ma carne di ottima qualità.
Va però molto meglio a quell'Altra, con il miglior ossobuco che Lei abbia mai mangiato, con contorno di verdure al forno.


A fianco, il Chianti Classico DOCG 2008 Castello di Cacchiano (Gaiole in Chianti), uvaggio di 95% sangiovese, poi canaiolo, malvasia nera e colorino, 14% alc. vol., è rosso rubino con riflessi granati; note di prugna, confettura e vaniglia; è, sì, tannico e fresco ma, soprattutto, caldo e morbido.